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Il Cost Averaging (CA) è una strategia di investimento molto utilizzata dagli investitori da oltre 70 anni. Ancora oggi è al centro dell'attenzione degli studiosi di finanza e del mondo accademico, che su di esso continuano ad esprimere giudizi molto contrastanti.
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Sono stati scritti pochissimi libri sul Value Averaging e, al di là delle solite descrizioni sommarie, in rete non si trovano molte informazioni al riguardo, neppure in lingua inglese. Molte implicazioni di questa strategia di investimento sono quasi sconosciute.
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Dedalo Invest si rivolge a consulenti finanziari e ad investitori interessati ad approfondire le proprie conoscenze di finanza personale

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Value Averaging: investire senza temere una crisi finanziaria

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Portafogli Modello

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Il Futuro della Finanza Comportamentale: una conversazione con il Dr. Greg Davies

Il Futuro della Finanza Comportamentale: intervista al Dr. Greg Davies


28Ott2024

Information
Andrea Gonzali Blog 805 hits
Prima pubblicazione: 27 Ottobre 2024

«Quando si arriva al futuro, il nostro compito non è di prevederlo, ma piuttosto di consentire che accada».

Antoine de Saint-Exupéry

In un’interessante puntata del podcast Standard Deviations, Greg Davies ha condiviso con Daniel Crosby la sua visione sul futuro della finanza comportamentale.

Davies, che nel 2006 ha fondato il primo team di finanza comportamentale presso Barclays e oggi dirige Oxford Risk, porta una nuova prospettiva che unisce finanza quantitativa tradizionale e scienze comportamentali.

Durante il suo intervento, Davies ha evidenziato l'importanza di non contrapporre la finanza comportamentale alla teoria finanziaria classica, ma piuttosto di farle dialogare tra loro, conservando gli elementi validi della tradizione classica.

Pur riconoscendo il ruolo della finanza comportamentale nel mettere in discussione i modelli economici convenzionali, Davies suggerisce un approccio più bilanciato, che sappia cogliere il meglio di entrambe le visioni.

Il modo di applicare la finanza comportamentale è profondamente mutato nell'ultimo decennio. Come ricorda Davies, dopo la crisi del 2008 questa disciplina ha vissuto un momento di grande popolarità, per poi subire una battuta d'arresto verso il 2014.

La vera difficoltà è emersa quando si è cercato di metterla in pratica nelle aziende del mondo finanziario: i principi comportamentali, infatti, rischiavano di appesantire meccanismi già di per sé complessi.

Proprio questa consapevolezza ha portato Davies e Oxford Risk a puntare sulla tecnologia, partendo dal presupposto che, per avere un impatto reale e diffuso, la scienza comportamentale debba essere incorporata negli strumenti tecnologici.

Questo approccio permette di superare le difficoltà pratiche, rendendo i principi comportamentali più facilmente applicabili e alla portata di tutti.

La finanza comportamentale evidenzia come il rischio non possa essere ridotto alla sola tolleranza di base dell'investitore, poiché questa è influenzata anche da fattori contestuali temporanei come l'andamento recente dei mercati, le conversazioni con altri investitori o il clima economico generale.

La percezione del rischio sarebbe perciò un fenomeno dinamico e multidimensionale piuttosto che una caratteristica stabile nel tempo.

Davies ha introdotto il concetto di "stabilità emotiva", che spiega come il contesto e i fattori esterni possano influenzare il nostro rapporto con il rischio nel breve periodo, in modo anche molto diverso rispetto alla nostra propensione al rischio di lungo termine.

Questa distinzione assume particolare rilevanza nei mercati volatili di oggi, dove le reazioni degli investitori dipendono in gran parte dalla loro capacità di mantenere il sangue freddo. Cogliere queste sottili differenze permette di sviluppare strategie d'investimento più personalizzate e vincenti.

Nell'analizzare il peso delle emozioni nelle scelte finanziarie, Davies propone una prospettiva innovativa. Al posto dei tradizionali rendimenti corretti per il rischio, introduce il concetto di "rendimenti corretti per l'ansia", sostenendo che il benessere psicologico dell'investitore debba essere considerato un obiettivo legittimo nella pianificazione finanziaria.

Secondo questo approccio, il successo di un investimento non va misurato solo in base al rendimento economico, ma anche valutando come l'investitore vive emotivamente l'intero processo.

Davies non suggerisce di prendere decisioni freddamente razionali, escludendo le emozioni, ma propone piuttosto di gestirle in modo consapevole, ad esempio prevedendo dei momenti di riflessione che permettano di trovare il giusto equilibrio tra istinto e ragionamento.

Per quanto riguarda l'intelligenza artificiale, Davies mantiene una posizione equilibrata. Se da un lato dubita che l'IA possa sostituire completamente i consulenti finanziari, dall'altro ne riconosce le potenzialità in aree specifiche, come il controllo dell'adeguatezza degli investimenti, la personalizzazione dei messaggi agli investitori e l'analisi dei pattern comportamentali.

Secondo Davies, il futuro vedrà una sempre maggiore convergenza tra scienza comportamentale, analisi dei dati e tecnologia.

Questa sinergia consentirà di applicare i principi della finanza comportamentale su vasta scala, superando il tradizionale approccio formativo in favore di soluzioni integrate che operano in modo invisibile ma efficace.

Il futuro della disciplina non risiede tanto nella scienza comportamentale in sé, quanto nella sua fusione con le tecnologie che ne permettono un'applicazione concreta e capillare.

La finanza comportamentale sta vivendo una profonda trasformazione, passando da disciplina teorica a strumento operativo. Come nota Davies, si sta abbandonando l'approccio basato sui semplici aneddoti sull'irrazionalità umana per abbracciare soluzioni più elaborate, dove le intuizioni comportamentali si fondono con la tecnologia.

È un segno di maturità del settore, che privilegia ora l'efficacia pratica rispetto all'eleganza teorica, senza però rinunciare al rigore scientifico.

Per quanto riguarda l'ambito familiare, Davies suggerisce di analizzare il profilo finanziario di ciascun membro separatamente, così da favorire un dialogo aperto sulle diverse attitudini e giungere a scelte condivise.

Questo approccio tiene conto della delicatezza delle decisioni finanziarie in famiglia e fornisce uno schema concreto per gestire eventuali divergenze, permettendo di elaborare strategie che rispettino le esigenze di tutti.

In prospettiva, la finanza comportamentale sarà sempre più presente nelle scelte finanziarie di tutti i giorni grazie alla tecnologia, pur mantenendo centrale il ruolo umano dei consulenti.

Il settore sta maturando verso una visione equilibrata che sa coniugare i principi finanziari classici con le dinamiche comportamentali: l'obiettivo ultimo è migliorare la qualità delle decisioni finanziarie unendo il meglio della finanza tradizionale a una profonda conoscenza del comportamento umano, con il supporto delle tecnologie più avanzate.

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