L'orizzonte temporale di investimento
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- Prima pubblicazione: 15 Settembre 2019
«Vassene 'l tempo e l'uom non se n'avvede».
Dante Alighieri
L'orizzonte temporale d'investimento è il periodo di tempo che intercorre tra la prima uscita finanziaria e la liquidazione definitiva di un investimento.
In certi casi, un investitore può decidere di non voler mai liquidare totalmente il suo portafoglio e di continuare di goderne i proventi per un tempo indefinito. L'orizzonte temporale è quindi "per sempre".
Per definire l'orizzonte temporale è necessario essere chiari su quale sia l'intenzione dell'investimento che vogliamo effettuare.
Per identificare l'intenzione, ovvero lo scopo dell'investimento, può essere necessaria una profonda riflessione.
Rispondere a domande del tipo Che scenario futuro voglio generare? o Quale bisogno futuro, mio o della mia famiglia, voglio soddisfare? è un ottimo modo per svelare l'intenzione che mi porta a investire.
L'orizzonte temporale è quindi figlio dell'intenzione dell'investimento.
Come accennato in precedenza, la sua lunghezza sarà in funzione del tempo che intercorrerà tra il momento della prima uscita finanziaria e quello dello scenario futuro che l'investimento intende generare (una nuova casa, gli studi universitari di un figlio, l'integrazione della pensione, ecc.).
Se l'intenzione non è ben delineata, un orizzonte temporale è fine a sé stesso ed è difficile che l'investimento vada a buon fine.
Un errore comune è quello di stabilire un orizzonte temporale di lungo termine – 10, 15, 20 anni e oltre – perché tanto questi soldi per ora non servono. In un arco temporale di questa lunghezza, infatti, si verificheranno sicuramente molti eventi che metteranno in discussione quell'investimento: una diversa idea di impiego del capitale, una grave crisi finanziaria, la voglia di soddisfare un bisogno improvviso e così via.
Se l'investitore perde di vista o non ha mai definito l'intenzione del suo investimento, è molto probabile che questi eventi gli si presentino come irresistibili aperture per l'unica azione che dovrebbe essere evitata: la liquidazione del portafoglio o di una parte di esso.
L'intenzione può essere considerata come la condizione necessaria per la quantificazione dell'orizzonte temporale di investimento. Potrebbe non essere sufficiente, perché devono sussisterne altre, tra le quali la consapevolezza iniziale di non aver bisogno della somma di denaro investita per tutti quegli anni.
Una volta stabilito l'orizzonte temporale d'investimento, si potrà scegliere l'asset allocation più appropriata. Infine, si dovranno selezionare gli strumenti finanziari da inserire nel portafoglio.
Ad esempio, se il nostro orizzonte temporale d'investimento è di 20 anni, potremo scegliere con relativa tranquillità di investire in un portafoglio dall'asset allocation 100% azionaria.
Un portafoglio azionario è molto volatile ma, sulla base dell'esperienza e delle statistiche relative agli ultimi due secoli di storia dei mercati finanziari, potremo ragionevolmente aspettarci che tra 20 anni il nostro investimento generi un rendimento positivo.
Teoricamente, dovremmo disinteressarci delle momentanee oscillazioni del valore del nostro portafoglio. In pratica, la finanza comportamentale ci insegna che il loro impatto psicologico sull'investitore può essere devastante, ed è per questo che l'altra importante variabile da tenere in considerazione è la propensione al rischio, su cui torneremo in seguito.
Il caso diametralmente opposto è quello di un investitore che abbia la necessità di parcheggiare la sua liquidità solo per pochi mesi. La scelta di un'asset allocation volatile come quella azionaria sarebbe azzardata: in questo caso, l'investitore potrebbe essere costretto a scegliere un'asset allocation dal rendimento basso, ma dalla volatilità altrettanto contenuta (ad esempio un conto deposito o strumenti finanziari monetari o obbligazionari di breve termine).
Tutto semplice, almeno fin qui. Spesso, però, l'investitore ha un orizzonte temporale di 2, 3, 5 o magari 8 anni.
Nasce quindi l'esigenza di creare un portafoglio bilanciato, ovvero composto da strumenti finanziari sia azionari che obbligazionari, con un'appropriata distribuzione dei pesi.
L'orizzonte temporale è una delle variabili che determinano la capacità di un investitore di sopportare il rischio. Le altre due sono il suo reddito atteso e il suo patrimonio netto.
In un certo senso ed entro certi limiti, queste tre variabili definiscono una situazione oggettiva che può essere ragionevolmente associata a un rischio più o meno elevato: un orizzonte temporale lungo, un reddito atteso alto o un patrimonio netto grande permettono, oggettivamente, la sopportazione di un rischio alto da parte di un investitore (e viceversa).
L'asset allocation non può essere definita senza prendere in considerazione anche la propensione al rischio dell'investitore.
La propensione al rischio è la variabile che determina la disponibilità o la volontà di rischiare di un investitore.
L'orizzonte temporale può anche essere estremamente lungo ma, se la propensione al rischio dell'investitore è bassa, un'asset allocation con un'alta componente azionaria non sarebbe la scelta giusta: quell'investitore vuole rischiare poco; è disposto ad assumersi un rischio basso.
Questa componente è molto più soggettiva della precedente e non può essere influenzata facilmente.
La capacità e la volontà di sopportazione del rischio possono essere Medio/Basse e Medio/Alte e la loro combinazione genera quattro scenari, visualizzati nella seguente tabella:
Volontà e capacità di sopportazione del rischio Medio/Basse o Medio/Alte permetteranno di scegliere con relativa semplicità un'asset allocation non rischiosa o rischiosa.
Sarà invece necessario approfondire la situazione negli altri casi: quando la capacità di sopportazione del rischio è Medio/Bassa ma la volontà è Medio/Alta (o viceversa).
Se la propensione al rischio è bassa, l'investitore teme particolarmente le crisi finanziari che causano pesanti drawdown: il pericolo è che venga preso dal panico e dalla voglia irrefrenabile di disinvestire prima del raggiungimento del suo orizzonte temporale.
In generale, un disinvestimento anticipato è un grave errore per i seguenti motivi:
- Svanisce la possibilità del futuro che l'intenzione dell'investimento voleva generare.
- Il timing di uscita è quasi sempre sfavorevole. Quando, ormai esasperato, l'investitore liquida il suo portafoglio, la crisi finanziaria è spesso vicina alla sua fine. L'inversione del trend è molto probabile, così come la possibilità che l'investitore partecipi da spettatore al successivo rialzo.
- Le crisi, anche quelle più gravi, sono normali eventi che si verificano nei mercati finanziari con una frequenza irregolare. La loro peculiarità è che sono imprevedibili e, di conseguenza, non possono essere evitate.
Tuttavia, un'asset allocation appropriata all'orizzonte temporale d'investimento massimizzerà la probabilità di ottenere un rendimento positivo in funzione del rischio assunto.
In quali casi è corretto disinvestire uno o più strumenti finanziari prima del raggiungimento dell'orizzonte temporale d'investimento?
- Al verificarsi di un bisogno improvviso di liquidità che non può essere soddisfatto in altri modi. L'orizzonte temporale non deve essere fine a sé stesso e lo scopo di un investimento è anche quello di soddisfare esigenze di questo tipo.
- Al venir meno dell'intenzione dell'investimento. In questo caso, si dovrà analizzare l'accaduto e riniziare il processo di investimento dall'inizio (non è sempre detto che debbano essere disinvestiti uno o più strumenti finanziari).
- Se la strategia di investimento che stiamo utilizzando prevede la liquidazione o la sostituzione di certi strumenti finanziari al verificarsi di determinate condizioni, che devono essere rigorosamente definite prima di iniziare l'investimento.
- Ribilanciamento periodico del portafoglio.
Nei primi due casi le valutazioni sono personali. Dovrebbero essere effettuate con la massima autenticità – in particolare quando si deve fronteggiare un improvviso bisogno di liquidità – perché come già accennato il disinvestimento anticipato fa svanire la possibilità del futuro che l'intenzione dell'investimento voleva generare.