Analisi fondamentale, analisi tecnica e analisi quantitativa
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- Prima pubblicazione: 07 Marzo 2016
«Simple solutions seldom are. It takes a very unusual mind to undertake analysis of the obvious».
Alfred North Whitehead
In finanza e, in particolare, negli investimenti, analisti e investitori cercano da sempre di studiare i mercati e gli strumenti finanziari che li caratterizzano. L'obiettivo finale è quello di prevedere l'andamento dei prezzi e poter sfruttare queste informazioni per ottenere rendimenti superiori a quelli del mercato.
Vengono generalmente utilizzate tre principali tipologie di analisi: l'analisi fondamentale, l'analisi tecnica e l'analisi quantitativa. Ognuna di esse offre una prospettiva particolare, contribuendo alla formazione di una valutazione complessiva degli strumenti finanziari e delle dinamiche di mercato.
Analisi fondamentale
L'analisi fondamentale ha lo scopo di prevedere l'andamento futuro delle quotazioni di uno strumento finanziario attraverso lo studio di alcune variabili o indicatori sia macro che microeconomici.
Nel contesto macroeconomico, si considerano variabili quali il Prodotto Interno Lordo (PIL), la produzione industriale, il tasso di inflazione, il tasso di disoccupazione, e così via.
A livello microeconomico, invece, si tende a valutare la solidità patrimoniale e la redditività prevista delle imprese oggetto dell'analisi (o di un determinato settore economico). La comprensione dettagliata dei bilanci aziendali o degli aggregati settoriali è cruciale in questo processo. Gli indicatori di bilancio comunemente esaminati includono il Return on Equity (ROE), il Return on Assets (ROA), l'indice di liquidità, il rapporto Prezzo/Utile (P/E) e molti altri ancora.
Integrando queste analisi con l'esame delle politiche economiche e monetarie dell'area geografica in questione, l'analista può formulare ipotesi riguardo l'andamento futuro degli strumenti finanziari o determinare il loro valore intrinseco, per poi confrontarlo con il prezzo di mercato. Il risultato di questo confronto può culminare in un segnale di acquisto o di vendita dello strumento analizzato.
La difficoltà maggiore che l'analisi fondamentale deve superare è quella di riconciliare i bilanci di più aziende di uno stesso settore o di una stessa area geografica: ogni società, infatti, può valutare le immobilizzazioni, il magazzino e molte altre voci di bilancio in maniera diversa, attuando delle gestioni aggressive o prudenti. Solo così, i confronti tra le varie aziende sono coerenti e possono portare a conclusioni corrette.
L'analisi fondamentale può essere ulteriormente suddivisa in qualitativa e quantitativa. L'analisi qualitativa esamina fattori non misurabili numericamente come la qualità della gestione aziendale, il brand, la reputazione, e la posizione nel mercato. L'analisi quantitativa, invece, si concentra sull'analisi di dati finanziari misurabili come i ricavi, gli utili, i flussi di cassa e altre quantità, come discusso in precedenza.
La teoria dell'efficienza di mercato in forma semi-forte afferma che il prezzo corrente degli asset riflette già tutte le informazioni pubbliche disponibili. In questo contesto, qual è il ruolo dell'analisi fondamentale?
L'analisi fondamentale è centrale per la stabilità e l'efficacia del mercato, poiché consente ai partecipanti di comprendere come le informazioni influenzano il valore degli asset. In altre parole, l'analisi fondamentale contribuisce a mantenere un mercato efficiente diffondendo dati cruciali per la valutazione degli asset.
Nonostante l'acquisizione di queste informazioni possa essere molto costosa, l'analisi fondamentale potrebbe essere vantaggiosa e generare rendimenti superiori alla media se l'analista riesce a ottenere un vantaggio informativo (e, ovviamente, tanto più quanto un mercato non è efficiente in forma semi-forte).
Alcune delle problematiche più importanti dell'analisi fondamentale sono state affrontate nel seguente articolo: Il Value Investing è davvero la migliore strategia di investimento?
Analisi tecnica
L'analisi tecnica implica lo studio grafico dell'evoluzione storica delle quotazioni e dei volumi di uno strumento finanziario.
Si basa sull'idea che certi pattern nei movimenti dei prezzi e dei volumi tendono a ripetersi nel tempo, e possono essere identificati attraverso l'analisi grafica delle serie storiche dei prezzi e dei volumi.
L'obiettivo è interpretare la situazione attuale e tentare di prevedere l'evoluzione futura dei prezzi dello strumento finanziario in oggetto. Le premesse dell'analisi tecnica sono sintetizzate nell'affermazione: "la storia si ripete".
L'analisi tecnica comprende diverse metodologie di indagine grafica che mirano a identificare configurazioni grafiche passate, supponendo che queste possano ripetersi nel presente o nell'immediato futuro. Ciò aiuta a identificare i trend e ad anticipare i punti di svolta (o punti di massimo e di minimo).
Tra gli strumenti grafici più comunemente utilizzati in analisi tecnica vi sono i supporti e le resistenze, il modello testa-spalle, i doppi o tripli massimi o minimi, vari pattern come triangoli, rettangoli, flag e pennant.
Oltre ai metodi grafici, l'analisi tecnica si avvale anche di indicatori e oscillatori tecnici come la media mobile, il Relative Strength Index (RSI), e il Moving Average Convergence Divergence (MACD) che aiutano a identificare ulteriormente i trend e i potenziali punti di inversione.
Infine, l'analisi tecnica può incorporare concetti come le onde di Elliott e la teoria di Dow per provare a comprendere i movimenti del mercato.
Anche se certi pattern di prezzo mantengono il loro significato nel tempo, riuscire a sfruttarli operativamente potrebbe risultare troppo costoso e, pertanto, non portare a rendimenti superiori alla media.
Poniamo il caso di un particolare pattern di prezzo che venga individuato da molti analisti. Se sfruttare questo modello fosse davvero vantaggioso, l'effetto delle transazioni finirebbe per annullare i vantaggi del pattern. In pratica, diventerebbe un arbitraggio che, come tale, sarebbe rapidamente eliminato.
Sono proprio gli analisti tecnici che contribuiscono a mantenere l'efficienza del mercato in forma debole identificando e utilizzando i pattern di prezzo. Ma allora, è impossibile conseguire rendimenti superiori alla media con l'analisi tecnica?
Non necessariamente, perché potrebbero esistere, occasionalmente, delle opportunità di profitto legate a inefficienze nella formazione dei prezzi.
È molto improbabile, tuttavia, che si possano realizzare rendimenti superiori alla media in modo continuativo, dato che se tali opportunità esistessero, verrebbero rapidamente annullate proprio come avviene per ogni tipo di arbitraggio.
Alcune delle problematiche più importanti dell'analisi tecnica sono state affrontate nel seguente articolo: A cosa serve l'analisi tecnica nel trading e negli investimenti?
Analisi quantitativa
L'analisi quantitativa si avvale di modelli o algoritmi matematici, statistici ed econometrici per valutare gli strumenti finanziari in una prospettiva di investimento.
A differenza dell'analisi tecnica, che utilizza tecniche predefinite, l'analisi quantitativa tenta di modellare o quantificare specifiche problematiche attraverso algoritmi matematico-statistici applicati a serie storiche numeriche.
L'analisi quantitativa è molto vasta e incorpora una varietà di metodi e di tecniche avanzate:
- Modelli statistici e probabilistici, come la regressione lineare e tecniche basate sulla teoria delle probabilità, vengono utilizzati per prevedere i futuri rendimenti degli asset.
- Tecniche di ottimizzazione, come la programmazione lineare e l'ottimizzazione multi-obiettivo, hanno lo scopo di costruire portafogli ottimizzati in termini di rischio e rendimento.
L'analisi quantitativa sta abbracciando l'uso di tecnologie sempre più avanzate come il machine learning e l'intelligenza artificiale per sviluppare strategie di trading algoritmico e modelli predittivi. Ad esempio, le reti neurali possono essere utilizzate per identificare pattern nei dati storici e prevedere i movimenti futuri del mercato.
L'analisi quantitativa può anche essere applicata nell'ambito della gestione del rischio, utilizzando modelli come il Value at Risk (VaR) per valutare l'esposizione al rischio di un portafoglio di investimenti.
Recentemente, il Prof. Marcos Lopez de Prado ha sottolineato come una vasta quantità di ricerche quantitative – ad esempio quelle basate sulla regressione multipla – tendano a generare conclusioni fondate sull'associazione, piuttosto che su una relazione causale, tra le variabili indipendenti e quelle dipendenti.
Questo modo di procedere pone un serio interrogativo riguardo l'efficacia di molte tecniche che sono ormai consolidate nella letteratura finanziaria, a partire dall'investimento basato sui fattori (factor investing).