6 lezioni sugli investimenti imparate a caro prezzo
- Information
- Blog 3499 hits
- Prima pubblicazione: 14 Novembre 2021
«A step backward, after making a wrong turn, is a step in the right direction».
Kurt Vonnegut
Ho appreso queste sei lezioni sulla mia pelle, e la prima è stata particolarmente difficile da accettare.
E voi?
Lezione numero 1: smetti di credere di essere più furbo degli altri
Nel mondo della finanza, operano alcune delle menti più brillanti del pianeta.
Ogni giorno, innumerevoli trading system e modelli econometrici altamente sofisticati vengono creati, testati e analizzati da centinaia di PhD in economia, matematica, statistica e persino da qualche premio Nobel.
Quotidianamente, trader e investitori di tutto il mondo si confrontano con i mercati finanziari, con l'obiettivo più o meno esplicito di ottenere rendimenti superiori a quelli del mercato nel lungo termine.
La maggior parte di loro non ci riesce, per varie ragioni. Loro sono i professionisti, coloro che dedicano 8 o più ore al giorno, tutti i giorni, al perseguimento di questo obiettivo.
Non ritenersi più furbo degli altri è forse la lezione più importante per un investitore. È anche la più difficile da accettare: a nessuno piace sentirsi dire di non essere superiore agli altri, di essere "nella media"; anche perché ci hanno sempre insegnato quanto sia lodevole distinguersi dalla massa, eccellere, diventare dei leader (la leadership è un argomento sempre alla moda, per quanto stucchevole sia ormai diventato).
I mercati finanziari, però, funzionano diversamente: sono controintuitivi. Più vi ritenete superiori agli altri, più il mercato vi punisce.
Provate pure a battere il mercato, se volete, ma è molto più probabile che sia il mercato ad avere la meglio.
Lezione numero 2: lascia perdere il breve termine e concentrati sul lungo periodo
Il desiderio di guadagnare molto denaro rapidamente è comune a tutti. Tuttavia, i mercati finanziari non sono il luogo adatto per realizzare tale aspirazione.
L'equivoco nasce da una mancata comprensione della capitalizzazione composta, il principio matematico che permette di trasformare una piccola somma in un capitale significativo.
Qual è l'equivoco?
La capitalizzazione composta necessita di tempo per essere efficace: consideriamo un rendimento medio del 7-8% annuo e un orizzonte temporale di due o tre decenni.
In queste condizioni, la capitalizzazione composta consentirà di generare un capitale considerevole. Più lungo è il periodo in cui la si sfrutta, migliori saranno i risultati.
Il problema è che pochi hanno la pazienza di attendere così a lungo e cercano scorciatoie irrealistiche: basta trasformare quel 7-8% da annuale a mensile o settimanale, e in 20 o 30 mesi o settimane si ottiene il risultato sperato.
L'investimento si trasforma in trading a breve termine, ma quel 7-8% medio, già difficile da realizzare su base annua, diventa un obiettivo irraggiungibile su time frame più brevi.
L'interesse composto è una variabile importante ma – ancora una volta – richiede tempo per produrre risultati importanti.
Chi ha fretta di guadagnare, finirà per trasferire il proprio denaro a chi sa aspettare. Non sono parole mie, ma di Warren Buffett: "The stock market is a device to transfer money from the impatient to the patient".
Lezione numero 3: inizia a investire il prima possibile
Poiché la capitalizzazione composta ha bisogno di tempo per sviluppare appieno il suo potenziale, iniziare a investire il prima possibile ti permetterà di sfruttarla al massimo.
Nello stesso tempo, ricorda che la fretta è una cattiva consigliera. Prima di investire, è fondamentale comprendere a fondo i concetti base della finanza personale:
- Obiettivo dell'investimento.
- Orizzonte temporale previsto.
- Propensione al rischio.
- Principi di funzionamento degli strumenti finanziari utilizzati.
Non servono grosse somme per iniziare a investire. La soluzione più semplice e accessibile è il Piano di Accumulo del Capitale (PAC).
Lezione numero 4: Diffida dei consigli dell' amico, del direttore di banca o del guru di turno
A meno che non vogliate perdere denaro.
Nessuno conosce le azioni vincenti o il settore che dominerà il mercato nei prossimi anni. Né il vostro caro amico che si ritiene esperto di Borsa, né il direttore di banca, né tantomeno il guru di turno.
Il direttore di banca, semmai, sa perfettamente quali strumenti finanziari faranno guadagnare di più il suo istituto e, possibilmente, accelereranno la sua carriera.
Il guru sarà pronto a enfatizzare all'infinito il consiglio azzeccato, omettendo convenientemente tutti quelli errati, come se non fossero mai esistiti.
Non siate così ingenui – come sono stato io – da credere che queste persone conoscano le azioni destinate al successo e, ancor più improbabile, vengano a suggerirle proprio a voi.
Lezione numero 5: il backtest non è uno strumento di ricerca
Il backtest è una tecnica fondamentale dell'analisi quantitativa: ci permette di valutare le potenzialità di successo di una strategia di investimento. Può essere molto utile anche per quantificare l'impatto delle commissioni di transazione o delle imposte sul capital gain.
Un backtest, però, non è uno strumento di ricerca: non dovrebbe essere utilizzato per scoprire pattern o perfezionare modelli e strategie di investimento partendo dai dati. Farlo porterebbe alla trappola dell'overfitting (sovraottimizzazione), modellando il rumore che non ha alcuna capacità previsionale.
Non dobbiamo concentrarci su ciò che avrebbe funzionato perfettamente in passato, ma su ciò che può esserci utile in futuro. Sovraottimizzare i dati, invece, significa interpretare erroneamente il rumore nei dati passati e tutto ciò che in essi è irrilevante, ottenendo risultati potenzialmente disastrosi sui dati futuri, perché il sistema che abbiamo creato non riflette la realtà che vogliamo modellare.
Secondo Cassie Kozyrkov, l'overfitting è il peggior incubo nel machine learning.
Utilizzare un trading system overfittato è un modo infallibile per perdere denaro sui mercati finanziari.
Lezione numero 6: Impara a gestire i costi
I costi possono erodere significativamente i tuoi rendimenti nel lungo periodo.
Molti investitori sottovalutano l'impatto che commissioni, spese di gestione e tasse possono avere sul loro patrimonio nel tempo.
È fondamentale essere consapevoli di tutti i costi associati ai tuoi investimenti: dalle spese di gestione degli strumenti finanziari utilizzati, alle commissioni di transazione, dai costi di consulenza alle tasse.
Per ottimizzare i rendimenti, considera di optare per soluzioni a basso costo. Gli ETF spesso offrono esposizione al mercato a costi inferiori rispetto ai fondi gestiti attivamente.
Inoltre, cerca di minimizzare le transazioni, poiché ogni operazione ha un costo. Riducendo il turnover del portafoglio, puoi limitare sia le commissioni che, soprattutto, le potenziali implicazioni fiscali.
Tieni presente che anche una piccola differenza percentuale nei costi di gestioni può tradursi in una differenza significativa nei rendimenti complessivi nel lungo termine.
Gestire efficacemente i costi è un modo per incrementare i guadagni senza provare a "battere il mercato", un approccio che quasi sempre conduce a diminuzioni di rendimento.