Cosa sono gli ETC? Qual è la differenza tra ETC, ETF ed ETN?
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- Prima pubblicazione: 24 Gennaio 2021
«I know of only two men who really understand the value of gold: an obscure clerk in the basement vault of the Banque de France and one of the directors of the Bank of England. Unfortunately, they disagree».
Nathan Rothschild
ETF è l'acronimo di Exchange-Traded Fund. Gli ETF sono dei fondi veri e propri che replicano un indice sottostante.
La gestione di un ETF è passiva. In genere, gli ETF garantiscono una buona o eccellente diversificazione e – caratteristica molto importante – offrono una elevata tutela all'investitore, dato che costituiscono un patrimonio giuridicamente separato sia da quello della società di gestione che da quello dei singoli partecipanti al fondo.
Quali sono le differenze principali tra ETF, ETN ed ETC?
A seconda della tipologia, gli ETF permettono di accedere al mercato azionario, obbligazionario, immobiliare o monetario. Esistono anche degli ETF che hanno come sottostante le materie prime, ma non prese singolarmente.
La possibilità di investire in una sola materia prima è infatti preclusa agli ETF che, in seguito alle disposizioni emanate dalla Direttiva sugli Organismi d'Investimento Collettivi del Risparmio (meglio conosciuta come "UCITS IV"), devono garantire un certo grado di diversificazione.
Gli ETF sono OICR: organismi istituiti per la prestazione del servizio di gestione collettiva del risparmio, il cui patrimonio è raccolto tra una pluralità di investitori mediante l'emissione e l'offerta di quote o azioni, gestito in monte nell'interesse degli investitori e in autonomia dai medesimi nonché investito in strumenti finanziari, crediti, inclusi quelli erogati, a favore di soggetti diversi da consumatori, a valere sul patrimonio dell'OICR, partecipazioni o altri beni mobili o immobili, in base a una politica di investimento predeterminata.
Gli ETC non appartengono, invece, alla categoria degli OICR e sono definiti da Borsa Italiana come strumenti finanziari emessi a fronte dell'investimento diretto dell'emittente o in materie prime fisiche (in questo caso sono definiti ETC physically-backed) o in contratti derivati su materie prime.
Gli ETC sono negoziati in Borsa come gli ETF e replicano passivamente la performance di una materia prima o degli indici di materie prime a cui fanno riferimento. Il prezzo degli ETC è, pertanto, legato direttamente o indirettamente all'andamento della o delle materie prime sottostanti.
Le materie prime – commodities in inglese – possono distinguersi in varie categorie:
- Metalli preziosi: oro, platino, ecc.
- Energia: petrolio, gas naturale, ecc.
- Metalli industriali: rame, zinco, ecc.
- Allevamento: bovini, suini, ecc.
- Agricoltura: caffè, grano, ecc.
Gli ETC hanno due importanti limiti – non presenti negli ETF – e che da questi ultimi li distinguono profondamente:
- Dato che gli ETC investono di solito su una singola materia prima, sono strumenti finanziari che concentrano l'investimento. La mancanza di diversificazione comporta un aumento del rischio per l'investitore. Chi decide di utilizzarli, dovrebbe inserirli in un portafoglio composto da altri titoli, in modo da diversificare a sufficienza il proprio investimento.
- Il rischio emittente: se la società che ha emesso l'ETC dovesse fallire, l'investitore correrebbe il serio rischio di perdere l'intera somma impiegata nell'ETC.
Gli ETC si distinguono in ETC physically-backed (o fisici), garantiti cioè da materie prime depositate presso una banca appositamente incaricata dall'emittente, e in ETC che hanno come sottostante contratti derivati sulle materie prime, come swap o futures.
Gli ETC physically-backed hanno delle caratteristiche che li rendono preferibili a quelli che utilizzano derivati: gli investitori in ETC physically-backed ottengono un'esposizione "spot" sulla materia prima sottostante, simile a quella che conseguirebbero possedendo fisicamente la materia prima stessa. Gli investitori in questi ETC hanno però l'ulteriore vantaggio di non doversi preoccupare della sua gestione, evitando di pagare i costi di immagazzinamento, custodia e assicurazione, nonché limitando i rischi associati al possesso effettivo della materia prima.
La deperibilità di alcune materie prime e la loro relativa difficoltà di gestione fa sì che la maggior parte degli ETC fisici abbiano come sottostante materie prime non deperibili e dall'alto valore intrinseco, come i metalli preziosi.
Gli ETC physically-backed sono negoziati in larga misura in dollari americani e, per l'investitore italiano, comportano il rischio di cambio, che deve quindi essere tenuto in debita considerazione.
Gli ETC non hanno una scadenza e non distribuiscono proventi, a differenza degli ETF azionari e obbligazionari a distribuzione. Le materie prime, d'altronde, acquistano o perdono valore soltanto in conto capitale.
Per finire, gli ETC sono molto simili agli ETN (Exchange-Traded Notes), strumenti finanziari che hanno tipicamente come sottostante un indice (azionario, obbligazionario, valutario e così via).
Borsa Italiana definisce gli ETN come "strumenti finanziari emessi a fronte dell'investimento diretto dell'emittente nel sottostante (diverso dalle commodities) o in contratti derivati sul medesimo. Il prezzo degli ETN è, pertanto, legato direttamente o indirettamente all'andamento del sottostante".
Anche gli ETN non sono OICR, non hanno scadenza, e condividono con gli ETC il rischio emittente (possibile perdita dell'intera somma investita in caso di insolvenza).
Gli ETF e gli ETN sono le due tipologie di strumenti finanziari in cui vengono suddivisi gli ETP (Exchange-Traded Products).
In definitiva, gli ETC e gli ETN sono molto più rischiosi degli ETF e non sono adatti a un investitore non professionale. Soltanto in determinati casi, il loro utilizzo può avere un senso se vengono inseriti in portafoglio con lo scopo di diversificare l'asset allocation: con questa finalità, i più utilizzati sono gli ETC sull'oro.