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Quando vendere se si sta costruendo un PAC a rate costanti?

Quando vendere se si sta costruendo un PAC a rate costanti?


19Dic2022

Information
Andrea Gonzali Blog 2734 hits
Prima pubblicazione: 18 Dicembre 2022

«Life was always a matter of waiting for the right moment to act».

Paulo Coelho

In finanza personale, si discute spesso su quando e come sia meglio investire; molto più raramente, viene analizzata la fase di disinvestimento.

Qual è il momento migliore per disinvestire?

L'ovvia risposta è "quando si raggiunge l'orizzonte temporale d'investimento", che deve essere rigorosamente fissato prima di iniziare l'investimento.

Ipotizziamo di aver scelto un orizzonte temporale di 15 anni: non deve ovviamente essere un numero buttato lì a caso, ma pensato in funzione di quando potrebbe servirci il capitale che abbiamo intenzione di costruire per mezzo del PAC a rate costanti.

In altre parole, l'orizzonte temporale varia in funzione dell'obiettivo dell'investimento.

Così, se iniziamo a investire a 50 anni di età con l'intenzione di accumulare un capitale che integrerà la nostra pensione quando avremo a 65 anni, l'orizzonte temporale sarà di 15 anni. Se ipotizziamo di andare in pensione a 67 anni, sarà di 17 anni, e così via.

Se, d'altra parte, iniziamo a investire all'età di 25 anni con la stessa intenzione, l'orizzonte temporale sarà di 25 anni più lungo: 40 anni nel primo caso, 42 nel secondo.

Più l'orizzonte temporale è lungo, più sarà grande il capitale che possiamo attenderci di ottenere a scadenza.

I motivi per cui questo avviene sono due:

  • Verseremo più rate, quindi avremo investito una somma complessiva maggiore.
  • Sfrutteremo meglio le proprietà della capitalizzazione composta, che permette una crescita del capitale più che proporzionale nel lungo termine: più il rendimento è alto, più la crescita è esponenziale.

Un PAC a rate costanti (o Cost Averaging) può anche essere costruito con un orizzonte temporale breve: potremmo impostare un PAC a 3 o a 5 anni finalizzato all'acquisto di una nuova auto. Trascorso il periodo di investimento, venderemo i titoli accumulati per ottenere la liquidità necessaria all'acquisto dell'auto.

È molto importante scegliere lo strumento finanziario adatto alla nostra propensione al rischio e al nostro orizzonte temporale:

  • La propensione al rischio è una variabile soggettiva.
  • Più l'orizzonte temporale è lungo, più ci si può permettere di scegliere uno strumento rischioso (come, ad esempio, un fondo azionario) che, nel lungo termine, minimizza la probabilità di generare un rendimento negativo.

Il raggiungimento dell'orizzonte temporale non implica necessariamente la vendita in un'unica soluzione degli strumenti finanziari accumulati, che rimane comunque una delle possibili opzioni.

Tra le alternative, si possono ipotizzare:

  • Un decumulo cadenzato a rate costanti o variabili: ad esempio, all'inizio di ogni anno disinvestiamo la cifra che stimiamo possa servirci, lasciando il capitale rimanente investito.
  • La trasformazione del PAC in PIC, se si constata che non abbiamo bisogno di quel capitale e possiamo permetterci di non disinvestirlo.

Il PAC è una strategia d'investimento, una modalità di impiego del proprio risparmio: per quanto vengano solitamente utilizzati fondi a gestione attiva o – ancora meglio – ETF, essa può avere come sottostante qualsiasi strumento finanziario.

Il tempo è una delle variabili più importanti in un investimento: l'orizzonte temporale deve essere rispettato con la massima disciplina.

Un PAC dovrebbe essere sospeso o interrotto soltanto in presenza di cause di forza maggiore: motivi seri – quindi – che non permettano una modalità alternativa di reperimento del capitale necessario.

L'orizzonte temporale non è però neppure immutabile, dato che nella vita non possiamo prevedere con precisione quello che ci accadrà in futuro.

Ogni cambiamento deve tuttavia essere giustificato da una motivazione valida: chiunque è in grado di riconoscere un bisogno improvviso e urgente che giustifichi il disinvestimento da uno che non lo è.

I cambiamenti, infine, non è detto che comportino sempre una diminuzione dell'orizzonte temporale o dell'importo della rata: la situazione finanziaria dell'investitore potrebbe migliorare, permettendo quindi l'aumento periodico dei versamenti o l'estensione dell'orizzonte temporale.

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