Strategie di investimento: il punto di vista del Prof. Derek Horstmeyer
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- Prima pubblicazione: 08 Settembre 2024
«Nell'elaborare una strategia è importante riuscire a vedere le cose che sono ancora distanti come se fossero vicine ed avere una visione distaccata delle cose che, invece, sono più prossime».
Miyamoto Musashi
Investire è un'attività complessa e dalle molte sfaccettature che richiede una profonda comprensione delle varie asset class, delle strategie e delle dinamiche di mercato.
Nel 57° episodio del podcast “Bogleheads on Investing”, Rick Ferri ha intervistato Derek Horstmeyer, professore di finanza presso la George Mason University, affrontando diverse aree particolarmente importanti del mondo degli investimenti.
Tra i temi discussi figurano le obbligazioni High Yield, le azioni privilegiate, le obbligazioni municipali, le strategie di gestione del portafoglio, la tassazione, la sostenibilità, il direct indexing e l'influenza crescente dell'intelligenza artificiale nella gestione degli investimenti.
Ci concentreremo soprattutto sugli aspetti rilevanti anche per gli investitori dell’area euro.
Obbligazioni High Yield
Il Prof. Horstmeyer inizia la discussione analizzando il ruolo delle obbligazioni High Yield all'interno di un portafoglio di investimenti diversificato. In italiano, queste obbligazioni sono conosciute come ad alto rendimento, sebbene vengano spesso definite obbligazioni spazzatura.
Queste obbligazioni, emesse da società con rating creditizio basso o molto basso, sono da tempo al centro di un acceso dibattito tra gli investitori.
Pur comportando rischi maggiori a causa del loro potenziale di insolvenza, la ricerca del Prof. Horstmeyer evidenzierebbe che le obbligazioni ad alto rendimento possono offrire importanti vantaggi in termini di diversificazione.
In particolare, sottolinea come mostrino una correlazione relativamente bassa con lo S&P 500, il che significa che non seguono necessariamente le stesse dinamiche del mercato azionario.
Questa caratteristica le rende particolarmente utili durante i periodi di volatilità del mercato, in quanto potrebbero contribuire a ridurre il rischio complessivo del portafoglio.
Inoltre, le obbligazioni ad alto rendimento hanno registrato rendimenti di lungo termine simili a quelli dell'S&P 500, pur mantenendo una volatilità leggermente inferiore. Questa combinazione le renderebbe una scelta interessante per gli investitori che desiderano migliorare il rapporto rischio/rendimento del loro portafoglio.
Inflazione
L'inflazione rappresenta una crescente fonte di preoccupazione per molti investitori: il Prof. Horstmeyer fornisce alcuni utili spunti su come certe asset class possano servire da protezione contro l'aumento dei prezzi.
Durante i periodi di alta inflazione, settori come quello immobiliare tendono a registrare delle buone performance (in particolare, gli investimenti diretti in proprietà). L'immobiliare offre un bene fisico che, generalmente, si rivaluta in contesti inflazionistici, rendendolo una solida protezione contro l'inflazione.
Nonostante questo, il Prof. Horstmeyer avverte che i Real Estate Investment Trusts (REITs), pur fornendo esposizione al mercato immobiliare, potrebbero non garantire lo stesso livello di protezione degli investimenti diretti. Questo perché i REITs sono influenzati anche da altri fattori, come i tassi di interesse e il tasso di occupazione, oltre all'apprezzamento degli immobili.
Anche le materie prime come il petrolio, l'oro e l'argento sono storicamente considerate coperture efficaci contro l'inflazione. Questi asset tendono ad aumentare di valore con l'incremento dei prezzi, diventando componenti preziose di un portafoglio diversificato in periodi di inflazione elevata.
Al contrario, attività tradizionali come azioni e obbligazioni a medio termine spesso riscontrano difficoltà in contesti di alta inflazione, sottolineando l'importanza di diversificare verso asset reali quando i rischi inflazionistici sono elevati.
Gestione attiva e passiva
L'intervista affronta anche l'annoso dibattito tra gestione attiva e passiva del portafoglio, un tema di grande interesse per molti investitori.
Il Prof. Horstmeyer esamina se sia più vantaggioso per gli investitori costruire i propri portafogli utilizzando fondi indicizzati che replicano ampi mercati oppure optare per la comodità dei Target-Date Fund (TDF).
Questi ultimi, che regolano automaticamente l'allocazione delle attività man mano che l'investitore si avvicina al pensionamento, offrono semplicità e praticità.
La ricerca del Prof. Horstmeyer suggerisce che gli investitori disposti a dedicare tempo ed energie alla gestione del proprio portafoglio ottengono risultati migliori gestendo i propri portafogli in modo indipendente: le commissioni possono essere ridotte di circa 10 punti base all'anno.
Sebbene questa riduzione possa sembrare modesta, nel lungo termine può tradursi in un incremento significativo dei rendimenti cumulativi.
Questo aspetto è particolarmente rilevante per i giovani investitori, poiché anche piccole riduzioni delle commissioni possono avere un impatto sostanziale sui risparmi dedicati alla pensione.
Quando si parla di fondi gestiti attivamente, il Prof. Horstmeyer presenta altre scoperte controintuitive.
Sebbene sia comunemente creduto che i fondi più piccoli performino meglio grazie alla loro agilità e capacità di sfruttare opportunità di nicchia, la sua ricerca dimostra che i fondi più grandi tendono spesso a sovraperformare i loro omologhi più piccoli.
Questa sovraperformance è principalmente dovuta ai tassi di turnover inferiori nei fondi più grandi, che migliorano l'efficienza fiscale.
Un turnover elevato, infatti, può comportare distribuzioni significative di guadagni in conto capitale, che rappresentano eventi tassabili per gli investitori. Riducendo al minimo il turnover, i fondi più grandi riescono a trattenere una quota maggiore dei loro rendimenti, a vantaggio degli investitori a lungo termine.
Inoltre, i fondi più grandi tendono a disporre di risorse più ampie, consentendo loro di investire in ricerca e tecnologia avanzata, che può migliorare le loro strategie di investimento.
L'esperienza del gestore del fondo è un altro fattore cruciale nella gestione attiva. Il Prof. Horstmeyer osserva come i gestori con una lunga esperienza tendano a fornire rendimenti più costanti nel tempo, anche se possono essere accusati di praticare il "closet indexing", una strategia in cui le partecipazioni del fondo seguono molto da vicino l'indice di riferimento.
Sebbene questi gestori non generino rendimenti straordinari, offrono stabilità e prevedibilità, qualità particolarmente apprezzate dagli investitori che cercano una crescita costante e meno volatilità.
Al contrario, i gestori più giovani, pur avendo una maggiore probabilità di sottoperformare rispetto ai colleghi più esperti, possiedono anche il potenziale per ottenere risultati straordinari assumendo un rischio più elevato.
Questa dicotomia offre agli investitori una scelta: optare per la stabilità e la prevedibilità con gestori più esperti, oppure puntare a rendimenti potenzialmente superiori accettando un maggiore rischio con gestori più giovani.
In definitiva, la scelta dipenderebbe dalla tolleranza al rischio dell'investitore e dai suoi obiettivi di investimento.
ESG
L'investimento basato su criteri ambientali, sociali e di governance (ESG) è un'altra area in cui il Prof. Horstmeyer fornisce preziose intuizioni.
Negli ultimi anni, l'investimento ESG ha guadagnato popolarità, con molti investitori desiderosi di allineare i propri portafogli ai loro valori etici.
Il Prof. Horstmeyer mette però in guardia contro i rischi specifici legati a questi fondi. La sua ricerca evidenzia che i fondi ESG tendono ad avere una maggiore correlazione con le azioni del settore tecnologico e delle piccole capitalizzazioni, il che può aumentarne la volatilità.
Inoltre, questi fondi potrebbero non offrire i benefici di diversificazione che gli investitori si aspettano, poiché spesso escludono interi settori, come quello energetico.
L'esclusione di settori chiave può portare a una sottoperformance durante i periodi in cui tali settori, come l'energia, ottengono risultati superiori rispetto al mercato.
Per questo motivo, è fondamentale che gli investitori siano consapevoli di questi rischi e valutino attentamente se l'investimento ESG è in linea con i loro obiettivi finanziari e la loro tolleranza al rischio.
Intelligenza artificiale
L'intelligenza artificiale (AI) sta rapidamente trasformando numerosi settori, inclusa la gestione degli investimenti.
Le strategie di investimento basate sull'AI hanno attirato molta attenzione per il loro potenziale di generare rendimenti superiori al mercato grazie all'uso del machine learning.
Il Prof. Horstmeyer non si sbilancia troppo sull’intelligenza artificiale e ritiene che per quanto possa potenzialmente generare delle sovraperformance, introduce anche nuovi rischi.
La performance dei fondi basati sull'AI può essere altamente volatile, e le strategie utilizzate sono spesso poco trasparenti, rendendo difficile per gli investitori comprendere appieno i meccanismi che guidano i rendimenti.
Inoltre, con l'adozione crescente di queste strategie da parte di più fondi, il vantaggio competitivo dell'AI potrebbe ridursi, fino a raggiungere un punto in cui non sovraperforma più i metodi di investimento tradizionali.
Questo scenario sottolinea la necessità di cautela per chi sceglie di investire in fondi basati sull'AI e rimarca l'importanza di mantenere un portafoglio diversificato per bilanciare i potenziali rischi.
Direct indexing e return chasing
Il direct indexing, un approccio relativamente nuovo per migliorare l'efficienza fiscale degli investimenti, è anch'esso oggetto di discussione. Questa strategia consiste nell'acquistare singole azioni che replicano un indice, consentendo agli investitori di personalizzare i titoli al suo interno.
Sebbene il direct indexing offra importanti vantaggi in termini fiscali, almeno negli Stati Uniti, presenta anche alcuni problemi, come la complessità di gestire un gran numero di titoli individuali e la necessità di un costante monitoraggio del portafoglio.
Infine, l'intervista affronta il tema più ampio del comportamento degli investitori, focalizzandosi sulla tendenza comune degli di inseguire le performance passate.
Il Prof. Horstmeyer sottolinea l'importanza di mantenere una strategia di investimento disciplinata, senza lasciarsi influenzare dalle ultime mode di mercato o dalle più recenti scoperte accademiche.
Egli cita alcune ricerche che dimostrano come molte anomalie di investimento tendano a scomparire una volta che diventano di dominio pubblico, un fenomeno noto come "fading anomaly".
Da qui, la necessità di attenersi a una strategia ben ponderata e basata su solide evidenze, piuttosto che cercare continuamente di approfittare di nuove anomalie o dei trend temporanei.
Sebbene l'idea di sovraperformare il mercato possa essere allettante, la storia dimostra che un approccio disciplinato e orientato al lungo termine risulta spesso il più efficace per ottenere successo negli investimenti.
Conclusioni
Il Prof. Horstmeyer conclude ribadendo i principi riconosciuti universalmente come le fondamenta di un investimento solido: mantenere un portafoglio diversificato, minimizzare i costi e restare fedeli alla propria strategia anche durante le fluttuazioni del mercato.
La semplicità e la disciplina rappresentano il percorso più sicuro per raggiungere il successo negli investimenti a lungo termine.
Questo approccio, in linea con la filosofia dei Bogleheads, pone l'accento sull'importanza di investire in fondi indicizzati a basso costo che replicano mercati molto ampi.
Per gli investitori che cercano di orientarsi nelle complessità del moderno panorama finanziario, questi principi rappresentano una base solida su cui costruire una strategia che li aiuti a raggiungere i propri obiettivi di investimento.