Affrontare una crisi finanziaria: consigli e strategie
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- Prima pubblicazione: 25 Ottobre 2021
«It is awfully hard work doing nothing».
Oscar Wilde
La domanda non è banale e prima o poi se la pongono tutti gli investitori: che cosa si dovrebbe fare per limitare i danni causati da una crisi finanziaria?
La risposta è semplice ma controintuitiva: niente.
Naturalmente, crisi come quelle del 2000-2003 e del 2008 avrebbero un severo impatto sul controvalore di un investimento, che diminuirebbe notevolmente.
Un investitore preparato dovrebbe però essere consapevole che per il mercato azionario una crisi finanziaria è un evento normale, non eccezionale.
Chi detiene un portafoglio azionario probabilmente ha un orizzonte temporale di lungo termine: tanto più lungo quanto più alta è la percentuale della componente azionaria sul totale. È quindi fondamentale non farsi prendere dal panico e non reagire in modo impulsivo.
Un investitore non dovrebbe quindi fare nulla per fronteggiare una crisi finanziaria?
Proprio così. Più precisamente, niente di diverso da ciò che la sua strategia di investimento richiede. Dovrà aspettare pazientemente che la crisi passi, in modo da partecipare in pieno alla ripresa dei mercati che seguirà.
Andare nel panico e farsi prendere dalla frenesia di fare qualcosa per limitare i danni della crisi può significare due cose:
- Non aver compreso come funziona il mercato azionario e quali sono le sue differenze rispetto a quello obbligazionario.
- Avere una propensione al rischio troppo bassa per la volatilità del portafoglio.
In questi casi, il problema non è la crisi finanziaria in sé: l'errore è stato fatto a monte, nella fase di pianificazione dell'investimento. Quel portafoglio non è il più adatto all'investitore e non doveva essere scelto.
Anche chi sta costruendo un Piano di Accumulo del Capitale (PAC) dovrà semplicemente seguire la sua strategia, continuando a versare le rate. L'eventuale crisi permetterà di acquistare più quote del sottostante a parità di somma versata.
Quando si verifica una crisi finanziaria, l'errore da evitare è quello di disinvestire. Disinvestire può sembrare una soluzione liberatoria, dal momento che mette fine a una sofferenza: quella di vedere scendere il valore del proprio portafoglio.
Il problema è che, una volta liquidato il portafoglio, l'investitore si terrà a debita distanza dagli investimenti azionari per parecchio tempo e si perderà la successiva ripresa dei mercati.
Grafico del Dow Jones su scala logaritmica (1900-2020) – Fonte: Stockcharts.com (rielaborato)
Nel grafico, è rappresentato su scala logaritmica l'indice Dow Jones Industrial Average nel periodo che va dal 1900 al 2020. Ogni linea orizzontale rossa mostra il periodo di tempo trascorso prima che il Dow Jones sia tornato ai livelli pre-crisi.
In realtà, l'indice Dow Jones visualizzato non è Total Return e non comprende i dividendi: se fossero stati inclusi, i periodi di recupero dai valori massimi che hanno preceduto ogni crisi sarebbero stati più brevi.
Le crisi finanziarie possono essere viste come occasioni da sfruttare. Non accadono spesso e un investitore potrebbe, e forse dovrebbe, provare ad approfittarne.
Come approfittare di una crisi finanziaria?
Incrementando l'investimento, se dispone di sufficiente liquidità. Naturalmente, sempre diversificando al massimo e mai selezionando una o poche società (questo sarebbe un errore grave).
Tentare di incrementare le proprie posizioni in prossimità del punto di minimo di una crisi finanziaria è, tuttavia, una strategia con poche speranze di successo.
Un'alternativa – molto più semplice – è quella di effettuare dei versamenti aggiuntivi ogni volta che l'investimento tocca determinati livelli di rendimento negativo. Ad esempio, se si dispone di una liquidità pari a X, si potrebbe investire un quarto di X quando il portafoglio raggiunge il −10%; un altro quarto al −20%, al −30% e al −40%.
E se il portafoglio non dovesse scendere oltre al −10% o al −20%?
Nessun problema: verrebbero effettuati soltanto uno o due versamenti aggiuntivi. La liquidità residua rimarrebbe a disposizione per la prossima crisi, nel caso in cui essa dovesse far scendere il rendimento del portafoglio al −30% e al −40%.
Non c'è nessuna garanzia che questa semplice strategia sia la più efficiente: non è questo il suo scopo. Non si basa su modelli di previsione dei mercati; non si tratta di market timing (si agisce a discesa avvenuta, senza tentare di anticiparla) e la sua caratteristica principale è l'essenzialità.
Anche se semplice da comprendere, è una strategia molto difficile da mettere in pratica, poiché implica la volontà di sottoscrivere quote di strumenti finanziari proprio quando i mercati sono in una fase calante; a volte moderata, altre volte violenta.
Difficile ma non impossibile, quando determinati concetti finanziari sono stati assimilati.
Anche senza la volontà o la capacità di incrementare il portafoglio, se l'orizzonte temporale è di lungo termine e l'investimento è adeguato alla sua propensione al rischio, un investitore informato non avrà niente da temere da una crisi finanziaria.
Le crisi finanziarie sono fasi normali dei mercati: sono sempre accadute e accadranno anche in futuro. Aspettiamocele e manteniamo i nervi saldi quando arrivano, senza modificare la strategia iniziale.
È il miglior modo di superarle.
«The four most dangerous words in investing are: "this time is different"».
John Templeton